Sisma Abruzzo, la dinamica.

L'Aquila 06 Aprile 2009, attività dopo sisma.

COM 5 - Campo di Tempera
COM 5 - Campo di Tempera

Piccola Odissea nell’attività di supporto per gli aiuti alle popolazioni coinvolte dal sisma del 06 Aprile 2009.

 

Volevo condividere con gli amici della sezione questa mia esperienza, al fine di aprire un ambito di discussione sulla reale necessità di utilizzare i Radioamatori nelle zone colpite da sima o da eventi catastrofici e l’impatto che un O.M. può avere nell’intervenire in tali condizioni, questo senza tralasciare l’organizzazione di una struttura che possa interagire al meglio con tutti i soggetti coinvolti nell’emergenza, quali VV.F. Protezione Civile e O.O. Umanitarie.

 

Non posso far altro che iniziare dai contatti interlocutori avuti con il nostro Presidente di Sezione IK0JQY, sin dal primo giorno dal sisma, dove si avviava una fitta comunicazione con il C.R. Lazio e Milano, per definire come si dovano sviluppare le eventuali attività.

Nel mentre su diversi i Forum dedicati al radiantismo, si leggeva di gente armata sino ai denti e pronta ad intervenire sul campo a mò di “teste di cuoio” (io preferisco invece definire questi soggetti con altro aggettivo “teste si ma di ……”), poi con il passare dei giorni, la stragrande maggioranza dei soggetti , si è ridota ad un singolo giorno d’intervento, sparendo poi come neve al sole.

Riusciamo ad immaginare l’utilità di persone che confluiscono alla rinfusa e senza adeguate informazioni su un luogo oggetto di catastrofe ?

Se và bene la Protezione Civile Locale ed i coordinatori, avranno ben altri problemi più importanti da risolvere, le vittime di protagonismo in questi casi non occorrono ed invito l’A.R.I. il ns. Presidente a prendere posizione in merito per aprire un tavolo di coordinamento con l’A.R.I. Nazionale, al fine di divulgare su tutto il territorio un breve Vademecum su come ci si deve comportare, per poter fornire il proprio aiuto in modo profiquo in caso di eventi disastrosi.

Quello che abbiamo visto in questi 20 giorni ha scoperto una situazione molto confusa in merito alle informazioni di cui sopra.

Seguendo nel racconto, siamo arrivati al giorno in cui il Presidente letto l’elenco dei Soci di Sezioni che hanno dato la loro disponibilità ed il periodo di possibile permanenza, arriva la chiamata per l’avvicendamento dei colleghi O.M. che hanno assistito per i primi giorni dopo il sisma.

Qui oltre a concordare le date e l’effettiva partecipazione, abbiamo avuto un fitto scambio di informazioni, su cosa effettivamente occorreva per essere di supporto e non d’incomodo ai COM.

Dopo vari raccordi tra il C.R. Lazio ed L’Ari Nazionale, riceviamo conferma che dovevamo provvedere a portarci di tutto, viveri esclusi.

Quindi sull’auto io ed il buon Vittorio IK0PRP abbiamo provveduto a caricare, tende, sacchi a pelo, coperte, gruppi elettrogeni, radio e palmari, antenne per varie frequenze, tavoli e sedie da campeggio, un ombrellone (che si è poi rivelato molto utile per le operazioni all’aperto) ed un minimo di viveri per il primo giorno, oltre diversi viveri dedicati per essere lasciati presso i campi tenda.

 

DICOMAC presso G.d.f. di Preturo
DICOMAC presso G.d.f. di Preturo

 

Il giorno martedì 14 Aprile ’09 arriviamo poco prima delle ore 08,00 al Dicomac d’instanza presso la Caserma sottufficiali della Gdf di Preturo, qui abbiamo conosciuto diversi colleghi della zona 6 che coordinavano le attività, le comunicazioni ed il dislocamento delle risorse nei vari campi, oltre il referente Nazionale Alfredo Migliaccio I8IEM (Il dipartimento di protezione civile “Dicomac” ha diviso il territorio oggetto del sisma in 9 COM, le Com a loro volta raccolgono e coordinano le esigenze per il loro territoriale di competenza, riferendo il tutto alla Dicomac, diciamo che in tutto i campi tenda sparsi per la provincia dell’Aquila erano nei primi giorni oltre 120 unità).

Siccome “il buongiorno si vede dal mattino……..” abbiamo atteso circa un ora prima che la Dicomac (A.R.I.) ci fornisse la nostra dislocazione ( evidentemente tutte le nostre comunicazioni precedenti all’arrivo sono rimaste sulla scrivania di qualche collega OM), ma va bene lo stesso e partiamo senza dare peso a questo piccolo intoppo burocratico.

La prima destinazione era quindi il campo di Bagno e Bagno Grande, 2 frazioni del Comune di L’Aquila ricadenti sotto la COM4.

Arrivati a Bagno cerchiamo il responsabile di campo per l’accredito, ma gli addetti all’ingresso, ci informano che al momento era al Dicomac per una riunione e che sarebbe ritornato a breve………., nel mentre dopo circa un’oretta e mezza ascoltiamo per radio che al COM4 di Pianola era arrivata la colonna mobile del Veneto che iniziava a prendere il “possesso” dei luoghi con i loro operatori (ricordatevi bene questo particolare della colonna Veneto), finalmente dopo un’altra ora incontriamo il capo campo, un giovane ragazzo della Protezione Civile Nazionale che nel presentarsi, ci comunicava che Lui era all’oscuro del nostro arrivo e che non sapeva i nostri compiti e come impiegarci. Quindi abbiamo dovuto spiegare chi ci mandava e la nostra funzione come attività di supporto e collegamento tra loro ed il COM4. Devo dire che l’accoglienza è stata buona e si è subito effettuata una ricognizione al fine di trovare uno spazio per installare la nostra tenda, ma alla fine non essendoci più posti disponibili nei due campi tenda, ci hanno invitato ad installare fuori dal campo la nostra tenda nei pressi di un posteggio che era li nei pressi, però il tempo fugge ed erano le ore una passate e quindi il responsabile di campo ci invitava a consumare un pasto caldo insieme a loro, rimandando a dopo pranzo il montaggio delle ns. attrezzature, nel mentre che ci avviavamo alla mensa mobile, Vittorio confermava per Radio al Dicomac che finalmente avevamo concordato con il capo campo il tutto che da lì a poco eravamo operativi in tutto e per tutto.

Consumato uno tra i migliori pasti fruiti dalle mense mobili (Pasta con Tonno, mozzarella con pomodori, vari affettati con contorno di fagioli ed in fine frutta fresca), iniziamo a scendere dall’auto le nostre attrezzature, le tende i gruppi elettrogeni ecc., ma subito dopo riceviamo una comunicazione dalla Dicomac, dove veniamo avvisati che dovevamo lasciare la postazioni di Bagno e Bagno Grande, per convergere a Castel del Monte.

Rimaniamo un attimo sbigottiti dalla comunicazione, ma visto che avemmo iniziato già a “sdoganare” il materiale, richiamo la Dicomac almeno per una spiegazione, riceviamo delle comunicazioni non chiare, poi ci fanno attendere una quindicina di minuti per comunicarci al fine che per un loro errore il COM4 era di competenza della FIR-CB e quindi dovevamo per forza di cose occupare la COM6 di competenza A.R:I., cioè Castel del Monte, ai confini con la provincia di Pescara, circa 60 Km di strada di montagna.

 

 

Armati di santa pazienza, ricostipiamo tutto in auto e giriamo il mezzo in direzione Castel del Monte, località turistica oltre Rocca Calascio dove “regna” l’omonimo Castello, a circa 1400 mt s.l.m. sotto il Gran Sasso, tanto bella quanto fredda.

Arriviamo a destinazione intorno alle 14,30 del pomeriggio e già notare la neve ai piedi delle abitazioni ci faceva pensare cosa potevamo incontrare al campo, infatti appena scesi per ricercare il responsabile di campo, abbiamo avuto subito l’occasione di saggiare la fresca temperatura del luogo 6°C, contro i 9°c di L’aquila notoriamente la citàà più fredda d’Italia, ritornando alla nostra cronistoria, al campo troviamo la responsabile, una Signora di circa 40 anni, operante per la C.R.I. che ci informava che loro erano già operativi nelle comunicazioni e che utilizzavano il ponte mobile della C.R.I.,( un auto articolato di 12 m.t, dotato di Parabole antenne, gruppi elettrogeni ecc.), ma prima di darci la conferma per scrupolo ha chiamato via telefono il Sindaco della Località, il quale confermava che il Comune aveva le linee telefoniche ripristinate, anche quelle del COM6, confermando che non era informato del nostro arrivo e che comunque non gli occorrevano Radiomatori in loco.

Nel confermaci quanto già avevamo potuto ascoltare dal telefono la signora ci ringrazia per la nostra volontà, ricambiandoci con una stretta di mano ed un caffè.

A questo punto cosa avreste pensato………………….varie cose, io ne ho pensata solo una ed un po’ inc…….to, ho telefonato al Ns. referente incontrato la mattina alla Dicomac Alfredo Migliaccio, informandolo dell’accaduto e dicendogli che considerato il pellegrinaggio effettuato per l’intera giornata, si doveva dedurre che come risorse non servivamo e se collocarci era un problema, potevamo benissimo ritornare a casa, senza creare problemi a nessuno.

Il Sig. Migliaccio, nello scusarsi per i disguidi sorti, ci comunica che invece serviamo come il pane e di attendere un attimo che si sarebbe coordinato con il Responsabile della COM6 per chiarire che il Sindaco e la Responsabile C.R.I. non potevano rifiutare nulla………. dopo circa un ‘oretta ricevo una telefonata del Responsabile COM6, il quale non riusciva a parlare con la referente del campo e ci invitava ad rientrare nel campo per farlo parlare con la responsabile della C.R.I.

Mi sono subito reso conto che si iniziava a scatenare un braccio di ferro tra regole e subordinazione , esternando al Responsabile della P.C. del COM 6 che era il caso che andassimo via i nquanto non desiderati, il responsabile molto adirato mi confermava che nelle procedure di P.C. sia il Sindaco che la Referente del C.R.I. erano subordinate alle sue direttive, inoltre le procedure di P.C. prevedevano che anche se si erano ripristinate le comunicazioni telefoniche, nessuno poteva garantire che un altro evento pari al sisma del 06 Aprile scorso, poteva azzerare la situazione riportando di fatto i COM fuori comunicazione e fuori coordinamento, quindi sino a quando l’emergenza era in Atto il Sindaco e la Resp. C.R.I a detta del Responsabile della COM6, non dovevano Rompere i C….ni ecc..

A questo punto, fingo che la comunicazione cade e richiamo immediatamente Migliaccio, informandolo dell’accaduto e ribadendo che sia Io e Vittorio eravamo venuti in loco per portare il nostro aiuto, ma se non eravamo desiderati avremmo preferito andare via.

Non è bello trovarsi tra l’incudine ed il martello e magari rimanere forzatamente. Sicuramente non ci avrebbero passato nessuna comunicazione, quindi per evitare una simile condizione imbarazzante, decidemmo insieme a Migliaccio di ritornare alla Dicomac per definire una nuova collocazione per il giorno venturo, in quanto si erano fatte le 17,00 del pomeriggio e per tornare da Castel del Monte alla Dicomac ci aspettava un ora e mezza di strada in discesa e tutta di curve.

 

ARI.RE. presso la DICOMAC
ARI.RE. presso la DICOMAC

 

Arrivati alle 19,30 alla Dicomac Migliaccio non lo abbiamo più visto, in compenso abbiamo ritrovato i ragazzi della Zona 6 che ci avevano dislocato la mattina, e chiedendo lumi sull’accaduto, ci confermavano la difficoltà di operare in condizione di emergenza e che il primo disguido sorto a Bagno era frutto della colonna mobile del Veneto che aveva preso possesso di tutta il COM4 con i loro operatori……..con il self controllo inglese ho fatto finta di nulla, conscio della situazione del momento, esternando comunque che se la colonna del Veneto era arrivata dopo di noi, potevano anche spostare due loro operatori ad un COM vicinioro, non mi sembra normale che il Dicomac si debba piegare al voler di una colonna mobile, cosi si genera solo il caos………..ancora attendo risposta, ma li comprendo.

Dopo di ciò, siamo andati a consumare la cena (la peggior cena del campo) lasciandoci che al ritorno ci avrebbero dato la destinazione per il giorno dopo.

Invece al ritorno ci comunicano che servivamo al Campo di Tempera sotto il COM5 di PAGANICA e che avevano (finalmente) già parlato il responsabile del campo che ci attendeva per la notte, ci offrivano da dormire in una delle loro tende.

All’arrivo al campo di Tempra alle ore 21,00 siamo stati accolti a braccia aperte dai volontari, i quali ci hanno per forza inviato a cenare con loro, presentandoci a tutti i presenti, poi dopo cena ci hanno fatto fare la ricognizione della tenda che ci avrebbe ospitato per la notte e fatto vedere il posto dove l’indomani potevamo installare la nostra tenda e le nostre attrezzature.

L’indomani alle ore 08,00 eravamo già piazzati con la nostra tenda, il tavolino esterno con sopra le apparecchiature radio, e le antenne una X50 per 144/430 ed una antenna verticale operante dai 20 ai 40 mt. assemblata da PRP in loco per l’occasione, fatto ciò ci siamo coordinati con i ragazzi dell’AGESCI che servivano alla segreteria del campo, posta di fronte alla nostra tenda per spiegarli nel dettaglio la nostra attività, che prevedeva di inviare dispacci e comunicazioni di ogni tipo, tra il campo ed il COM di competenza, chiedere la disponibilità di mezzi e materiali ai COM, che a loro volta avrebbero inoltrato la ns richiesta e quella degli altri campi alla Dicomac di Preturo, che a loro volta avrebbero coordinato l’eventuale approvvigionamenti.

 

 

Sin qui tutto Ok, se non che al secondo giorno l’operatore della COM 5 ci informava poco prima che aveva avuto un “diverbio” con il responsabile del COM5 il quale esigeva tutte le comunicazioni a mezzo FAX per poterle archiviare…………………..rimango sbigottito da tale comunicazione, perché pretendere comunicazioni via FAX, sicuramente per gestire a posteriori i report delle attività, ma anche perché in quei giorni la Telecom aveva assemblato anche se in modo provvisorio tutte le linee necessarie per connettere i vari COM alla Dicomac, in effetti al nostro campo i ragazzi dell’Agesci avevano appena avuto a disposizione un telefono, un Fax ed un computer connesso con internet.

 

Non curanti del nuovo ostacolo abbiamo proseguito le nostre attività per un complessivo di 5 giorni, continuando con successo ad inviare le richieste pervenute a mezzo radio.

Prima dei commenti volevo fare un plauso ai volontari del Campo di Tempera appartenente al COM5, dove erano presente la Misericordia di Alba, con al loro seguito una cucina mobile di 12 metri lineari in grado di sfornare 1400 pasti caldi al giorno, con I°, II° , contorno, frutta caffè e vino ed in alcuni casi anche il dolce. Una ristorante tenda di oltre 300 mq. Riscaldato, con tavoli e panche pronto per ospitare tra le 300 ~ 400 persone al coperto, inoltre al seguito avevano anche un mezzo per movimentare container e materiali, un bob-cat, un miniescavatore un camion e soprattutto una Farmacia mobile, quest’ultima composta da un mega-camper a temperatura controllata che effettuava giornalmente la consegna dei medicinali per tutte e nove le COM.

In questo camper operava un farmacista volontario OM della Sezione di Alba, xhe quando ha scorto la nostra tenda con gli apparati si è subito presentato commentando un po’ le attività reciproche, ma purtroppo la stanchezza in quei giorni era molta e purtoppo non ne ricordo il Qrz.,

 

In concomitanza con l’AGESCI e la Misericordia nel campo vi era anche la Protezione Civile del Comune di Cave (RM), i quali operavano prevalentemente al montaggio delle tende che nel periodo di nostra presenza erano ancora in sviluppo.

Infatti le prime tende avevano l’illuminazione ed il riscaldamento, le intermedie solo illuminazione e riscaldamento in arrivo, le ultime, comprese la nostra, nulla.

Inoltre avevano anche provveduto ad installare dei moduli con bagni compresi di servizi igienici e docce con riscaldamento, allacciate alle reti di carico e scarico dei servizi.

Qui a campo di Tempera si era instaurato nei giorni un ottimo rapporto tra noi volontari, trovando una sintonia unica con tutti.

Abbiamo anche risolto alcuni piccoli problemi ai terremotati del posto, uno che mi mi è rimasto in mente era un 80enne simpatico che non riusciva a trovare le batterie di ricambio per il suo apparecchi uditivo, purtroppo le batterie gli erano rimase sotto le macerie e a L’aquila era impossibile trovarle, I COM ci comunicava che le richieste particolari erano molte, ma se riuscivamo a dargli un riferimento per l’acquisto potevano accelerarne il recupero.

Allora tramite il collegamento UMTS del PC abbiamo ricercato su Internet il fornitore più vicino che si trovava a Pescara, data l’informativa via radio al COM, dopo tre giorni abbiamo consegnato in mensa al “nonno” diverse confezioni di batterie, rendendolo l’uomo più felice della terra è già questo vale la pena degli sforzi fatti nei giorni di permanenza al campo, caldo di giorno e FREDDO di notte, con temperature di alcuni gradi sotto lo zero.

 

IZ0KRC in postazione al Campo di  Tempera
IZ0KRC in postazione al Campo di Tempera

 

Per quanto notato le organizzazioni di P.C. dalla Toscana – Marche in su hanno delle dotazioni che noi del centro neanche pensiamo a sognarci, questo fà riflettere come la buona “politica” si riflette direttamente sui servizi ricevuti.

 

Per concludere, il pellegrinaggio iniziale ci ha anche dato l’opportunità di poter definire con cognizione di causa che in fine siamo arrivati in uno dei campi meglio strutturato o meglio al miglior campo di L’Aquila.

 

Detto quanto sopra vorrei terminare con un punto di riflessione a 360° sull’attività gestita dall’ARI, con il fine di lanciare nuovi stimoli al miglioramento e senza essere frainteso della bontà del pensiero che a breve esprimerò, che piaccia e meno.

 

Ho rilevato che la nostra ARI non ha allacciato rapporti “strutturati” con la Protezione Civile.

Quando un O.M. viene destinato ad un campo base, il Capo Campo deve già sapere chi siamo e cosa facciamo, non ritengo normale che ci deve promuovere nel presentare la nostra attività.

I fatti dimostrano che allo stato attuale senza una capillare e consolidata informazione, l’OM può essere rifiutato, ma anche accettato, ed in questo ultimo caso, tutti i soggetti coinvolti devono sapere che le informazioni tra campi e COM, devono avvenire per mezzo del Ponte della Dicomac, non ritengo normale che l’OM in loco debba spiegare ai presenti come gestire tale attività.

Possiamo essere presi in considerazione, oppure no, come successo, non si può lasciare l’organizzazione ai personalismi dei vari Sindaci o Capi Campo .

 

Concordo con il Responsabile del COM6, quando esprimeva l’esigenza di mantenere un presidio di comunicazione a mezzo ponte anche quando le comunicazione telefoniche sono ripristinate, per evitare che un evento analogo al sisma iniziale azzeri di nuovo tutte le linee telefoniche.

Ritengo che l’ARI debba fare tesoro delle esperienze vissute in questa emergenza, al fine di sensibilizzare tutti i soggetti istituzionali coinvolti con le emergenze.

Se questa attività d‘informazione e sensibilizzazione non dovesse essere intrapresa sin d’ora dall’ARI, penso e spero che non ce ne sia mai bisogno in futuro, di sicuro io non farei più parte, dei Radioamatori volontari, ma mi proporrei con altra organizzazione, per dare li mio contributo alle popolazioni colpite.

 

Concludo con un pensiero : non mi sento di aver speso tutte le mie energie per l’emergenza, ma di aver speso molte di esse per ricondurre la mia attività nel giusto alveo.

 

Queste righe le ho scritte di getto alcuni giorni dopo il rientro a casa dall’emergenza Abruzzo.

 

Grazie per l’attenzione, 73 de Claudio IZ0KRC.